Una sola Casa di Comunità per Mantova non può bastare.
Riguardo al tema Case della Comunità vale la pena precisare che tutto questo avviene grazie ai fondi del PNNR, portati a casa grazie al grande lavoro di mediazione di Giuseppe Conte, e di cui una parte andrà a finanziare la sanità, in particolare questi progetti.
Regione Lombardia sta iniziando a mettere nero su bianco e a progettare il potenziamento della medicina territoriale, dopo l’esperienza drammatica del Covid. Purtroppo, anche se parliamo di “potenziamento”, in Lombardia si parte praticamente da zero poiché negli anni passati la Lega ha di fatto smantellato la sanità e la medicina di prossimità. Smantellamento di cui abbiamo pagato le conseguenze durante le fasi più acute dell’emergenza Covid.
Altre regioni potenzieranno la loro sanità territoriale, noi invece partiamo da zero perché di fatto tutto quello che c’è scritto in questo articolo sarà nuovo per la Lombardia e per la nostra provincia.
Stiamo parlando di un primo passo. Sulla carta questa fase 1 è abbastanza soddisfacente. Tuttavia, resta aperto il tema sulle risorse umane (medici di famiglia, infermieri ecc) perché c’è un’evidente carenza e il problema va affrontato il prima possibile.
Una sola casa della comunità a Mantova, che valga anche per i comuni limitrofi, è troppo poco. Varrebbe la pena crearne un’altra nei comuni a nord. Per esempio a Porto Mantovano dove c’è già una proposta avanzata dal Sindaco e da vari consiglieri tra cui Renata Facchini (M5s) per riqualificare un edificio e adibirlo a casa della comunità.
