🔵USCA e infermiere di famiglia: l’importanza della medicina territoriale

Nei giorni scorsi ho depositato un’interrogazione regionale per l’attivazione di unità di medicina territoriale sul modello USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) o di altro presidio territoriale come UCCP o PRESST nei comuni del mantovano.

La medicina territoriale è stato uno dei punti dolenti della Fase 1 e va sicuramente potenziata.
Lo scopo della mia interrogazione è capire se e come Regione Lombardia, nella Fase 2 preveda di rendere definitive alcune attività che sono state istituite per affrontare l’emergenza, come ad esempio, le 4 USCA attualmente attivate dalla ATS Valpadana nella provincia di Mantova, se saranno mantenute anche successivamente, con che eventuali funzioni e quali figure professionali saranno previste.
Vorrei capire inoltre come Regione intende organizzare sul territorio altri presidi come PRESST o POT già previsti nella Legge Regionale del 2015.

Nella stessa legge n.23/2015 ricordo tra l’altro che all’Art.10 (Sistema delle cure primarie), c.10 viene istituita la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità, e anche nel Decreto Rilancio del 19.05.2020, n.34, all’art.1, co. 5, viene individuata nuovamente questa importante figura professionale “per potenziare la presa in carico sul terriorio dei sogetti infettati da covid-19, anche supportando le Usca e i servizi offerti alle cure primarie”.

L’emergenza sanitaria appena vissuta, e non ancora del tutto terminata, ci ha fatto capire quanto sia fondamentale la presenza capillare ed efficiente della medicina territoriale, rispetto ad un sistema che porta ad un’ospedalizzazione generalizzata.
Ora più che mai è importante rendere definitive le misure e le organizzazioni provvisorie in modo di garantire una più diffusa copertura sociosanitaria del territorio.

Link al servizio del Tg Mantova

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *